In HTC, siamo convinti che anche un ambiente medico debba essere supportato da effetti estetici di grande armonia. L’arte e la bellezza aiutano a spostare l’attenzione su ciò che c’è di bello nella vita, a ridare fiducia alle amozioni positive.
In questi momenti in cui scambiarsi un abbraccio è ancora difficile, l’Arte ci è sembrata una forma di espressione adatta a farlo in modo diverso. Per questo, all’interno della nuova sede di Vicolo Oratorio 1, dedicata al Benessere Psicologico, abbiamo deciso di creare uno spazio accogliente, pieno di colore, armonia e tanta Arte.
Il progetto HTC Ospita l’Arte, viene inaugurato dall’esposizione di alcuni pregevoli dipinti della nota artista Miriam Prato.
Scopriamo di più sull’opera “La Festa dei Folli”
L’equilibrio tranquillizza, ma la pazzia è molto più interessante. (Bertrand Russel) BRUEGEL IL VECCHIO, 450 anni fa, mostrava con i suoi dipinti, attraverso il Carnevale, il grande ed eterno conflitto tra la razionalità e la follia. Estro formidabile, origine olandese e abilità pittorica degna di nota. Quest’anno ricorrono i 450 anni dalla sua scomparsa.
Chi è veramente questo pittore?
Numerose sono le notizie ricavate dagli studiosi su di lui, anche se, rispetto alla sua data di nascita, ci sono ancora parecchie ombre. Secondo le ricostruzioni più attendibili, si ritiene sia nato a Breda, in Olanda, tra il 1525 e 1530.
Curiosa e del tutto appropriata è la fama che si è guadagnato e che molti critici gli hanno attribuito, ovvero “il pittore della gioia di vivere”. Tale appellativo è scaturito da un’acuta osservazione delle sue opere. Basti pensare che è stata la prima personalità artistica a dipingere i waffle, tipici dolci della sua terra, insieme a soggetti intenti a festeggiare e a danzare. La sua bravura si è manifestata persino nel mettere su tela alcuni proverbi fiamminghi, molto vicini agli aspetti più folli e irrazionali dell’uomo.
Naturalmente questa sua genialità si è sviluppata grazie anche ad un artista a cui si è ispirato: Hieronymus Bosch. Si tratta di un altro celebre pittore fiammingo, importante pietra miliare per lo sviluppo della pittura e dello stile di Bruegel.
Il titolo di questa opera è LA FESTA DEI FOLLI sempre da disegno di Bruegel il Vecchio, in esposizione permanente al Dipartimento di Stampe e Disegni del Metropolitan di New York, poi incisa da Pieter Van der Heyden nel 1559. Si tratta in realtà di una celebrazione medievale di carattere carnevalesco e canzonatorio che si teneva ogni anno dopo Natale, anticipando le celebrazioni di Carnevale.
Durante alcune di queste cerimonie, i preti e i funzionari portavano maschere mostruose, danzando nel coro, indossando abiti femminili o di giullari, intonando canzoni scostumate. Si nutrivano di salsicce a lato dell’altare e giocavano a dadi nel corso della messa.
Era il 1445. La festa qui rappresentata, si svolgeva invece, all’interno di una struttura religiosa dove i suddiaconi, vestendosi e scambiandosi le vesti dei loro superiori, erano autorizzati per alcuni giorni al “libero sfogo”.
Subito dopo, però, l’ordine doveva essere ristabilito: sfogo fatto, rimettersi in ginocchio! È noto che per la dottrina cristiana ostentare atteggiamenti corporali è peccato, in primis in Teatro, perché scatena passioni. “L’animo del buon fedele deve essere sereno e tranquillo“; esattamente il contrario di quel che accadeva in Teatro, con la “nudatio mimarum” che il pubblico urlante pretendeva.
Nonostante la sanzione di Carlo VII (XV secolo), la Festa dei pazzi si continua a celebrare in tanti luoghi, fino all’inizio del XVIII secolo. Con questo titolo e questa immagine la FESTA DEI FOLLI si rappresenta ancora in diversi Teatri d’Europa, fra questi Berlino.
La Festa dei folli – rivisitaz. da incis. – dipinto su tela –
Categoria: Arte
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9 Luglio 2021