L’ anemia sideropenica (da carenza di ferro) è un problema che colpisce principalmente le donne in età fertile e può essere la conseguenza, a lungo andare, di perdite mestruali abbondanti associate, magari, ad un’alimentazione inadeguata.
In questo tipo di anemia, il deficit di ferro provoca una carenza di emoglobina circolante e, a lungo andare, anche di globuli rossi.
L’anemia viene classificata in base al suo grado: è considerata lieve quando il livello di emoglobina è inferiore a 12 ma superiore a 10g/dl; moderata quando il valore è compreso tra 10 e 8g/dl; severa quando è inferiore agli 8g/dl.
Quali sono i sintomi legati a questo problema?
Poiché questo tipo di anemia, in genere si instaura lentamente (soprattutto se legata alle perdite mestruali e all’alimentazione), i sintomi sono aspecifici e caratterizzati principalmente da stanchezza, ridotta tolleranza agli sforzi, tachicardia e palpitazioni (sensazione di cuore in gola), difficoltà di concentrazione e scarsa tolleranza al freddo.
Vi possono essere manifestazioni a carico dei tessuti epiteliali (se la carenza di ferro è prolungata), come perdita di capelli, unghie fragili e infiammazione delle mucose orali.
Per fare diagnosi è sufficiente valutare l’emocromo, la sideremia (ferro circolante) e la ferritina (ferro deposito), la transferrina (proteina di trasporto del ferro).
Normalmente vengono riscontrati valori bassi di sideremia e ferritina e valori alti di transferrina. In caso di iposideremia, oltre ad escludere cause di sanguinamento occulto, è sempre bene eseguire un test diagnostico per escludere la celiachia (malattia che porta al malassorbimento di ferro).
Quando correggere gli errori alimentari non è sufficiente, è necessario assumere una terapia integrativa a base di ferro.
Generalmente le formulazioni liposomiali sono quelle meglio tollerate. Nei casi più gravi la terapia va somministrata per via endovenosa.
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17 Gennaio 2017