La Clamidia è una delle infezioni sessualmente trasmesse (IST) più comuni.
Si può trasmettere con qualsiasi tipologia di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) ed è causata da un batterio, la Chlamydia Trachomatis (CT).
In USA è la malattia batterica più frequentemente segnalata, con una netta prevalenza per i soggetti ≤ 24 anni di età.
Perché si dice che la Clamidia è un’infezione silenziosa?
Chi contrae questa infezione rimane molto spesso asintomatico oppure ha sintomi lievi, mentre le conseguenze della Clamidia per l’apparato riproduttivo , soprattutto femminile, possono essere anche serie, fino a determinare la sterilità.
Negli uomini i danni gravi sembrerebbero meno frequenti, anche se recenti studi hanno mostrato una possibile correlazione fra infezione da Clamidia e sterilità maschile.
Se una donna incinta contrae l’infezione, può trasmetterla al neonato durante il parto, provocando una congiuntivite (30-50% dei casi) e/o una polmonite (10-20%).
Come abbiamo già detto, si tratta di un’infezione subdola, perché nel 70-80% delle donne e nel 50% degli uomini è asintomatica.
Quali sono i sintomi dell’infezione da CT?
Quando esistono i sintomi, essi compaiono, in genere, 1-3 settimane dopo l’infezione.
Nelle donne il sintomo principale è la cervicite che può provocare perdite mucose filanti, senso d’irritazione e sanguinamento. Talvolta è presente anche un’uretrite ( a volte anche da sola) che si manifesta con urine torbide e disturbi urinari (piuria e disuria).
Negli uomini il sintomo più frequente è l’uretrite, con secrezioni o una sensazione d’irritazione accompagnata da prurito.
In alcuni casi, può esserci infiammazione, aumento di volume e comparsa di dolore ai testicoli (epididimite).
Se è stata trasmessa per via anale, la Clamidia può dare luogo a una proctite, con dolore, secrezioni mucose e ematiche. Questa forma è più frequente negli omosessuali maschi, ma può comparire anche nella donna ed essere causa del perpetuarsi dell’infezione.
Quando viene trasmessa per via orale, la CT può provocare faringite, anche se, raramente è sintomatica a questo livello.
Quali possono essere le complicanze?
Una complicanza abbastanza rara, che può colpire sia le donne, sia gli uomini, è la sindrome di Reiter che si presenta con uretrite, artrite, congiuntivite e lesioni muco-cutanee non dolorose.
Alcune varietà (sierotipi) di Clamidia possono provocare il Linfogranuloma venereo, una malattia sistemica abbastanza diffusa in Africa, India e Sud-Est Asiatico.
Se non viene trattata tempestivamente, l’infezione da CT può generare complicanze .
Nelle donne, la diffusione può avvenire attraverso l’utero, le tube e il peritoneo pelvico, causando la MIP (malattia infiammatoria pelvica) che, a sua volta, può portare alla sterilità.
Negli uomini, la diffusione ai testicoli, può provocare la sterilità, anche se questa complicanza è decisamente meno frequente rispetto alla donna.
Come si arriva alla diagnosi?
Come abbiamo già visto, i sintomi più frequenti sono a carico dell’apparato genito-urinario.
Lo specialista a cui ricorrere è perciò L’Urologo, per l’uomo e l’Uroginecologo o il Ginecologo per la donna.
Poiché l’infezione è spesso asintomatica, è importante puntare anche sulla prevenzione ed effettuare test specifici almeno una/due volte all’anno, se si è giovani e si cambia partner spesso.
Quali sono i test consigliati?
Vengono utilizzati i NAAT (test di amplificazione degli acidi nucleici), test molecolari molto sensibili e specifici che permettono di ricercare il batterio nei tamponi uretrali, vaginali, rettali e orofaringei o nei campioni di urine.
Per le donne si preferiscono le analisi sui tamponi vaginali o cervicali o sulle urine di prima minzione.
Per gli uomini è preferibile la ricerca nelle urine di prima minzione o su tampone uretrale.
L’infezione rettale o orofaringea da CT, tra persone che praticano rapporti anali o orali ricettivi, viene diagnosticata tramite test dopo prelievo nel sito di esposizione anatomica.
Perché è importante diagnosticare un’infezione da Clamidia?
La mancata diagnosi e cura di un’infezione da Clamidia può comportare danni per la salute riproduttiva e, in più, alimenta la continua trasmissione sessuale.
Quali sono le terapie attualmente a disposizione?
Il farmaco di prima scelta è senz’altro la Doxiciclina, oggi disponibile anche a rilascio prolungato, con la possibilità di sottoporsi ad un’unica somministrazione giornaliera.
Risulta efficace anche il trattamento con Levofloxacina, ma è assai più costoso.
L’Azitromicina è meno efficace nelle localizzazioni cervico-uretrali, ma lo è di più in quelle rettali ed è il farmaco preferibile in gravidanza.
L’Eritromicina viene utilizzata nelle infezioni neonatali.
Qual è il comportamento sessuale da seguire se si è positivi alla CT?
È importante astenersi dai rapporti sessuali per 7 giorni dal termine della terapia o dopo la risoluzione della sintomatologia.
Chi risulta positivo alla ricerca di CT, dovrebbe eseguire un test anche per HIV, gonorrea e sifilide.
Lo screening dovrebbe essere raccomandato per le giovani donne e i giovani uomini con comportamenti sessuali a rischio.
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Categoria: News
Commenti : Commenti disabilitati su Clamidia: un’infezione spesso silenziosa, da prendere sempre “sul serio”
29 Marzo 2023