Oltre tre milioni di persone anziane soffrirebbero a causa della depressione. Una cifra attendibile e che purtroppo è destinata a salire a causa dell’inesorabile e progressivo invecchiamento della popolazione.
Non possiamo certamente affermare che la vecchiaia è di per se stessa una malattia, ma la vita sempre più lunga diventerà un fattore di rischio per molte patologie, fra cui la depressione.
Buona parte degli anziani che soffrono di depressione, accusano sintomi evidenti, ma molti mostrano segni così sfumati della malattia, che si sentono rispondere dal medico: “Cosa vuole, alla sua età è normale sentirsi così!”.
Ciò vuol dire che molti medici non sono preparati a cogliere le spie che contraddistinguono l’insorgenza della depressione nell’anziano.
In questo caso, infatti, i sintomi sono pochi, rispetto a quelli che possiamo riscontrare nella depressione maggiore dell’adulto.
Spesso l’anziano soffre di uno, due, o al massimo tre sintomi estremamente pervasivi, molto angoscianti e importanti sul piano della sofferenza soggettiva.
I sintomi sono per lo più evidenti perchè di tipo somatico. Primo sintomo fra tutti, in ordine di frequenza, è il dolore “sine materia”.
L’anziano, cioè, si lamenta di dolori che non corrispondono ad una patologia d’organo ben definita.
Il secondo sintomo è l’ansia, che nell’anziano arriva ad essere devastante, togliendogli la capacità di reagire alla malattia.
La depressione nell’anziano deve essere considerata non solo una malattia psicosociale, ma anche una malattia biologica e pertanto deve essere contrastata a tutti e tre i livelli: sociale, psicologico e farmacologico.
A questo proposito, il settore sul quale si interviene di meno è senz’altro quello sociale e ambientale.
Una delle principali spie di depressione a livello ambientale è l’alimentazione.
Sull’alimentazione dell’anziano esistono luoghi comuni sbagliati, che resistono da moltissimi anni.
L’anziano è convinto, in alcuni casi a buona ragione, che mangiar poco favorisca un invecchiamento più sano.
La classica minestrina, con il lusso massimo del formaggino sciolto dentro, rischia però di diventare una ripetizione ossessiva rischiosa.
Oltre quello, l’anziano sente di non poter andare (ecco l’elemento depressivo!) privandosi gradualmente di elementi nutritivi indispensabili, che non fanno che peggiorare sempre più le condizioni generali, anche sul piano fisico.
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12 Luglio 2016