Quando parliamo d’infarto del miocardio, siamo abituati a considerare fattori di rischio come il fumo, l’obesità e i valori elevati di colesterolo. In realtà, la pressione alta, anche se di poco e soprattutto negli uomini, rappresenta un fattore di rischio importante per l’infarto.
L’incidenza di infarto aumenterebbe nei pazienti in proporzione all’aumento dei valori della pressione arteriosa, e non soltanto in presenza di una diagnosi di ipertensione vera e propria.
Questa importante scoperta arriva direttamente dal Giappone, dove un team di cardiologi ha analizzato e confrontato fra loro diverse ricerche condotte su un campione di 5494 individui tra i 30 e i 79 anni.
Per tenere sotto controllo la pressione arteriosa e cercare di raggiungere i valori ottimali (la pressione massima 120 e la minima 80), i medici consigliano di eliminare il consumo di alcol e tabacco, ridurre il sale e i grassi animali, limitare per quanto possibile lo stress, e seguire una dieta ricca di potassio e magnesio.
Rimane fondamentale, a partire dai 30 anni, misurare regolarmente la pressione. Si può farlo comodamente a casa (ormai esistono apparecchi per la misurazione molto pratici) o dal farmacista, magari avendo cura di ripetere le misurazioni più o meno agli stessi orari. Almeno una volta all’anno, però, la pressione andrebbe rilevata dal medico e, a partire dai 40 anni, sarebbe bene sottoporsi ad una visita cardiologica con elettrocardiogramma
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22 Novembre 2017