Andiamo ad esplorare il dietro le quinte di un’Ecografia: un esame sempre più prescritto e semplice… ma solo per il paziente!
L’ecografia è un’indagine diagnostica sempre più richiesta a causa della sua innocuità e del costo relativamente contenuto. Oltre a ciò, l’ecografia è spesso in grado, da sola, di completare l’iter diagnostico del paziente o, comunque, di rientrare facilmente in un programma di imaging integrato.
Ecografia: un’indagine dinamica effettuata in tempo reale
In realtà, si tratta di un esame complesso che prevede una continua interazione tra lo specialista esaminatore, l’apparecchio ecografico e il paziente durante tutto il tempo necessario ad ottenere le informazioni diagnostiche che servono.
L’ecografia è, di fatto, un’indagine dinamica, effettuata in tempo reale.
Il processo di interpretazione clinica delle immagini, visualizzate nel corso dell’esame, avviene durante l’esecuzione dell’indagine, attribuendo un significato clinico a quanto viene osservato in quel momento.
Tutti gli step di un’indagine ecografica
- Come prima cosa, lo specialista deve analizzare la richiesta di prestazione da parte del medico che l’ha prescritta (quesito diagnostico).
- Se necessario, si effettuerà un inquadramento clinico-anamnestico del paziente (compresa la visione di eventuali esami precedenti). Il radiologo, infatti, deve essere messo a conoscenza degli elementi che possono consentire l’inquadramento clinico più corretto di quel caso.
- Sulla scorta della prescrizione, lo specialista sceglierà la sonda da utilizzare e ottimizzerà i parametri di scansione (profondità, amplificazione, focalizzazione, frequenza di emissione, etc). L’ecografia parte da uno schema prefissato, sulla base della richiesta del medico curante e del problema clinico del paziente, ma viene continuamente modificata, seguendo ciò che emerge durante la sua esecuzione e secondo le informazioni che il paziente fornisce.
- Durante l’esame, poi, lo specialista valuta la qualità delle immagini ottenute e la completezza dell’indagine, parametri influenzati dall’apparecchiatura e dalle caratteristiche del paziente (corporatura, meteorismo, disposizione di organi e visceri, capacità di trattenere il respiro, presenza di medicazioni o cicatrici chirurgiche, etc)
- Solo la continua analisi dei dati raccolti momento per momento, permette di prendere la decisione se l’esame può considerarsi concluso oppure se deve proseguire per raccogliere ulteriori informazioni.
- Il radiologo o lo specialista dovranno fornire, al termine dell’esame, una documentazione di immagini ecografiche il più possibile completa e utilizzabile nel corso di future rivalutazioni.
Cosa deve contenere un referto ecografico
È fondamentale documentare i reperti patologici, in caso di indagine positiva, ma, anche nel caso di esame negativo, devono comparire le sezioni d’interesse anatomico più rappresentative.
Il referto contiene la descrizione e l’interpretazione delle immagini.
Le conclusioni devono rispondere, quando è possibile, al quesito iniziale, essere il più possibile esaustive e facilmente recepibili dal medico prescrivente/curante.
Ecografia di qualità
Come possiamo vedere, l’ecografia è un esame semplice per il paziente, vista la sua non invasività biologica, ma molto complesso per l’operatore che lo esegue.
Per avere un’ecografia di qualità è necessario, perciò, rivolgersi a centri riconosciuti, dotati di apparecchiature di ultima generazione (alcune dovranno essere dedicate ad una singola specialità come ad esempio l’ecografia ostetrica- Perché non tutti gli ecografi fanno bene tutte le ecografie!) e professionisti qualificati e con formazione specifica in aggiornamento continuo (Radiologi e Specialisti delle diverse branche con perfezionamento in ecografia)
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Categoria: News
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27 Maggio 2020