Ecografia toracica/polmonare: un esame sempre più richiesto per la diagnosi di alcune patologie

L’ecografia è un esame fondamentale perché permette di ottenere, in tempo reale, le immagini di tessuti, organi interni, vasi sanguigni e di utilizzarle ai fini diagnostici.

L’esame standard mostra sul monitor immagini bidimensionali in bianco e nero, ma, con l’introduzione del colordoppler e delle nuove tecniche 3D e 4D, è possibile ottenere anche immagini a colori, tridimensionali e filmati.

L’ecografia viene impiegata nell’ambito degli screening di medicina preventiva e in diagnostica, per individuare alterazioni che possono ricondurre ad una patologia.

Si è sempre fatta l’ecografia polmonare?

Quasi ogni tessuto, organo o apparato può essere indagato tramite ecografia.

Il polmone è stato sempre considerato poco esplorabile, in ecografia. In realtà, questo succede in condizioni normali, ma quando subentra una patologia, si aprono alcune significative finestre acustiche.

In quali casi è utile l’ecografia toracica/polmonare?

L’ecografia polmonare è utile per identificare patologie che causano un aumento della densità polmonare, mentre non permette di valutare la quantità di aria presente nel polmone. Ecco perché va sempre associata alla clinica.

Perché si è parlato tanto di questa ecografia in relazione al Covid?

Ultimamente l’ecografia polmonare è diventata famosa a causa della polmonite interstiziale da Covid 19.

Nei casi sospetti, le immagini ecografiche permettono di capire se la dispnea del paziente è una conseguenza del coronavirus o se si è instaurata per altre cause.

Il vantaggio di questa tecnica è che può essere eseguita al letto del paziente o a domicilio e può essere ripetuta ogni volta che la situazione ci fa sospettare un cambiamento.

L’ecografia consente di orientarsi tra polmone asciutto e umido. Diventa importante, perciò, per differenziare i casi a basso o alto rischio di evoluzione in insufficienza respiratoria.

L’ecografia toracica è utile solo in caso di Covid o anche in altre situazioni?

Oltre alla Covid, esistono diverse situazioni in cui l’ecografia toracica può risultare fondamentale per una diagnosi rapida e corretta:

• Versamento pleurico. In questi casi l’ecografia toracica rappresenta il gold standard diagnostico, equiparabile alla TC con mezzo di contrasto. Evidenza versamenti anche di 20 ml o meno (con l’esame radiologico, non si vede un versamento di meno di 200 ml). L’ecografia consente anche di orientare il medico sulla natura del versamento
• Pneumotorace. La sensibilità dell’ecografia in questo tipo di diagnosi è del 91% e la specificità del 98% (molto meglio dell’RX torace + esame obiettivo).
• Sindromi Interstiziali (o interstiziopatie). In questi casi (diventati tristemente famosi con le infezioni da coronavirus)si verifica un aumento del liquido extravascolare polmonare che, in ecografia, si evidenzia con la presenza di linee B (code di cometa) che originano dalla pleura e si muovono insieme ad essa. Questi quadri possono essere focali (polmonite, fibrosi polmonare, neoplasia, contusione polmonare, etc) o bilaterali (ARDS, edema polmonare acuto). L’ecografia toracica e superiore all’RX per la predittività (VPP) nella diagnosi di sindrome interstiziale.
• Scompenso cardiaco acuto. L’ecografia del torace insieme alla clinica, mostra una sensibilità e una specificità del 97% nella diagnosi (meglio dei peptidi natriuretici o della clinica + RX). La clinica è indispensabile per diminuire la percentuale di falsi positivi (polmonite bilaterale). L’ecografia serve anche a monitorare l’efficacia della terapia.

Riassumendo

Come abbiamo potuto vedere, l’ecografia toracica si dimostra utilissima nella diagnosi differenziale del paziente con dispnea acuta. È un esame rapido e si può eseguire anche al letto del paziente.

Per la diagnosi di “polmonite” interstiziale, versamento pleurico e pneumotorace è superiore all’RX del torace.

Ricordiamo però che è un esame operatore dipendente, richiede un training adeguato per essere utilizzata e deve essere sempre correlata alla clinica.

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