Fino ad ora, il Glaucoma è stato considerato una malattia degli occhi, ma non è del tutto vero.
Le più recenti acquisizioni in ambito scientifico ci consentono di definire il Glaucoma come una malattia neurodegenerativa ad eziologia multifattoriale, alla stregua di Parkinson o Alzheimer. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Perché parliamo di patologia neurodegenerativa?
Nel Glaucoma, la malattia non interessa solo l’occhio ma anche una parte del Sistema Nervoso Centrale (SNC). In più, come le altre patologie neurodegenerative, il Glaucoma tende a progredire ed è da considerarsi una malattia cronica.
Cosa si intende per eziologia multifattoriale?
Una volta, l’aumento della pressione interna dell’occhio era considerato l’unico responsabile dell’insorgenza del Glaucoma, ma, in realtà, diversi altri fattori sono coinvolti.
La dimostrazione risiede nel fatto che nel 30% circa dei pazienti, il Glaucoma continua a progredire nonostante la pressione interna dell’occhio si sia portata a livelli normali.
Cosa succede nel Glaucoma?
Il momento patogenetico fondamentale nel Glaucoma è costituito dalla perdita di cellule ganglionari retiniche (CGR) che avviene in maniera progressiva per l’azione di molti fattori che hanno un’importanza diversa nelle varie forme di glaucoma e, addirittura, nei singoli pazienti.
Le CGR vanno incontro ad una morte programmata, l’apoptosi, che può essere provocata dall’aumento della pressione intraoculare (PIO) e/o da una diminuzione dell’apporto di sangue al nervo ottico. L’ipertono può causare una sofferenza ischemica della testa del nervo ottico, ma l’insufficiente apporto di sangue può anche essere primitivo.
L’apoptosi determina il rilascio di sostanze tossiche che non fanno che peggiorare la situazione, coinvolgendo le cellule vicine e causando il diffondersi della degenerazione.
Quali sono le più recenti indicazioni per la diagnosi di Glaucoma?
Nel glaucoma iniziale il paziente non avverte nessun tipo di sintomo. Non appena il nervo ottico inizia a danneggiarsi, compare una perdita di visione periferica e, nella fase terminale della malattia, se non si è intervenuti con la terapia, anche della visione centrale.
È evidente quanto sia importante arrivare alla diagnosi di Glaucoma quando ancora è asintomatico.
Un importante studio statunitense, pubblicato sulla rivista scientifica “Eye Brain” ha dimostrato che l’assottigliamento dello strato ganglionare (insieme alla diminuzione dei livelli di colina nella corteccia visiva) è presente prima che siano comparse le alterazioni a carico del campo visivo.
La diagnosi precoce di Glaucoma, perciò, si basa principalmente sull’esecuzione dell’OCT.
Perché è importante l’OCT?
L’OCT (Tomografia a Coerenza Ottica) consente di studiare le cellule ganglionari retiniche (CGR), le prime ad essere colpite dal Glaucoma, migliorando l’inquadramento diagnostico e prognostico della malattia.
Si tratta di un esame non invasivo, innocuo (utilizza onde luminose) e che richiede pochi minuti. Bisogna solo guardare all’interno di uno strumento e aspettare che venga eseguita la scansione fotografica. Nella maggior parte dei casi, non risulta necessaria nemmeno la dilatazione della pupilla.
Nel Glaucoma meno recente, è importante, oltre all’OCT, anche l’esecuzione del Campo Visivo Computerizzato.
Si può fare prevenzione?
L’unica prevenzione consiste nel sottoporsi a visite oculistiche regolari
soprattutto dopo i 50 anni o anche prima, se in famiglia vi sono stati già casi di Glaucoma.
Uno stile di vita salutare, come sempre nell’ambito della prevenzione, è comunque importante da mantenere: niente fumo, controllo della pressione arteriosa e del colesterolo, esercizio fisico regolare.
Quali sono le terapie utili per il Glaucoma?
Da una parte è necessario tenere sotto controllo la pressione interna dell’occhio e con i colliri ipotonizzanti si raggiungono buoni risultati.
Dall’altra, per i motivi che abbiamo illustrato, è necessario utilizzare una terapia neuroprotettiva.
In particolare sono raccomandati, a causa della maggiore evidenza scientifica, prodotti che contengono Coenzima Q10 e Citicolina.
Il primo è utile per ripristinare una corretta funzionalità dei mitocondri, in grado di rallentare la velocità con cui le cellule vanno incontro ad apoptosi.
La Citilcolina, invece, agisce sul danno di membrana a livello retinico e migliora la trasmissione del segnale visivo.
Di Glaucoma si guarisce?
Come tutte le malattie neurodegenerative, il Glaucoma accompagna il paziente per tutta la vita.
Follow-up (con la periodicità consigliata dall’Oculista) e terapie, quindi, non vanno mai abbandonate.
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Commenti : Commenti disabilitati su Glaucoma: di cosa si tratta e quali sono le terapie utili
1 Marzo 2023