L’ipotiroidismo sub-clinico è una condizione che si riscontra abbastanza frequentemente nella popolazione generale, soprattutto di sesso femminile.
Se consideriamo i soggetti con più di 60 anni, la sua frequenza raggiunge addirittura il 20%.
Che cos’è l’ipotiroidismo sub-clinico?
Parliamo di ipotiroidismo sub-clinico, quando ci troviamo in presenza di un TSH aumentato con una concentrazione normale degli ormoni tiroidei (FT3 e FT4).
Qual è il valore di TSH che si riscontra normalmente e questo valore può cambiare con l’età?
Nella maggior parte dei casi (90%) il TSH non supera il valore di 10 mU/l.
Nel valutare le variazioni del TSH, è importante tenere conto dell’età del soggetto. I valori di TSH, infatti, crescono fisiologicamente coll’aumentare dell’età e, in molti casi, si rischia di trattare farmacologicamente anche chi non ne ha bisogno.
Quali sono le cause dell’ipotiroidismo sub-clinico?
All’origine dell’ipotiroidismo sub-clinico, vi è spesso una tiroidite cronica autoimmune (tiroidite di Hashimoto). Altre cause, possono essere: pregresso trattamento con Iodio 131; flogosi acuta; insufficiente terapia sostitutiva; trattamento con farmaci che interferiscono con la funzionalità tiroidea.
Quali sono i sintomi?
Nel 30% dei casi, le persone riferiscono sintomi che fanno pensare ad un’ insufficiente funzionalità tiroidea.
I problemi maggiormente segnalati, sono: intolleranza al freddo, astenia, debolezza muscolare, pelle secca e capelli fragili, intestino pigro, difficoltà a concentrarsi, depressione.
Possono esserci anche altri problemi?
Questi pazienti possono presentare anche un profilo lipidico alterato e/o un maggior rischio cardiovascolare. Quando il TSH ≥ 10 mU/l è consigliabile effettuare una visita cardiologica.
Il rischio cardiovascolare legato all’ipotiroidismo sub-clinico è maggiore nei giovani adulti e decresce negli anziani.
Quali sono gli accertamenti da effettuare in caso di ipotiroidismo sub-clinico?
Anzitutto sarà opportuno ripetere il dosaggio del TSH (a distanza di 4 settimane), perché sono frequenti dei suoi innalzamenti transitori.
La misurazione del FT4 è necessaria per porre diagnosi differenziale con l’ipotiroidismo cronico.
Il dosaggio degli anticorpi anti-tireoperossidasi e anti-tireoglobulina permette di capire se alla base esiste un problema autoimmune.
Anche l’ecografia della tiroide è importante in questi casi, perché alcuni segni ecografici caratteristici possono precedere la comparsa degli autoanticorpi.
La terapia farmacologica è sempre consigliata?
La terapia sostitutiva con levotiroxina è indicata nelle persone di età inferiore ai 65-70 anni, se il TSH è ≥ 10 mU/l, anche se non sono presenti sintomi.
Se il TSH è compreso tra 4,5 e 9,9 mU/l, il trattamento va iniziato se: ci sono sintomi di ipotiroidismo; in presenza di gozzo; dislipidemia; problemi cardiovascolari concomitanti; gravidanza.
Le persone con più di 70 anni e senza sintomi o comorbidità, vanno solo monitorate. Si farà una valutazione della funzionalità tiroidea ogni 6 mesi.
Nei pazienti con più di 80 anni, la terapia sostitutiva andrebbe evitata, soprattutto se il TSH è < 10mU/l e anche nei soggetti maggiori di 70 anni bisogna mantenersi prudenti e attuare una terapia solo in presenza di sintomi o di rischio cardiovascolare elevato.
In che cosa consiste la cura?
La terapia sostitutiva consiste nella somministrazione di levotiroxina, ogni giorno. Il dosaggio viene stabilito dal’Endocrinologo.
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Categoria: News
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16 Giugno 2021