Ognuno di noi sa bene che trascorrere troppo tempo in luoghi chiusi, privi di illuminazione naturale non rappresenta una scelta salutare.
La novità è rappresentata dal fatto che è stato provato come la privazione di luce, soprattutto in età infantile, possa portare ad un accrescimento anomalo dell’occhio e causare l’insorgenza di miopia. Uno studio condotto da Greg Schwartz e Adam Mani dell’Università di Chicago, ha scoperto che fra le tipologie di cellule presenti sulla retina e responsabili della trasmissione delle informazioni visive al cervello, uno è particolarmente sensibile alla luce.
Da test effettuati su topi, si è evidenziato come le cellule di questo tipo (OND) subiscano una iperstimolazione se sottoposte a lungo a lunghezze d’onda verde/rosso tipiche della luce artificiale.
L’iperstimolazione, a sua volta, determina l’invio d’informazioni sbagliate alla retina e l’occhio reagisce sviluppandosi in modo eccessivo dando origine alla miopia. In effetti, uno dei fattori responsabili della miopia è un’eccessiva lunghezza del bulbo oculare che, causando un vizio di rifrazione, provoca la tipica visione sfocata degli oggetti lontani.
Se nelle persone normovedenti i raggi luminosi vengono messi a fuoco direttamente sulla retina, nei miopi si fermano davanti ad essa, divergendo e causando la visione sfocata. Lo studio americano già citato, vorrebbe aprire la strada alla cura genetica della miopia infantile. L’obiettivo dei ricercatori è quello di individuare il corredo genetico delle cellule OND.
Per il momento, rimane fondamentale portare i bambini il più possibile all’aria aperta ed esporli spesso alla luce naturale per consentire un corretto sviluppo degli occhi e della vista. Controllare poi la salute degli occhi dei propri figli, sottoponendoli a controlli medico-oculistici frequenti, è un atteggiamento di prevenzione indispensabile.
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18 Ottobre 2017