Gli episodi di morte improvvisa cardiaca che riguardano giovani sportivi sono relativamente pochi, ma rimangono impressi nella memoria di ognuno di noi. L’età è quasi sempre la stessa: intorno ai 20 anni. Ma non di rado vengono colpite anche piccole promesse dello sport. Il più recente è il caso di Geddes Ciaran, 7 anni, crollato in campo e poi deceduto in Ospedale.
Lo screening pre-gara è suggerito sia dall’American Heart Association sia dalla Società Europea di Cardiologia, anche se in modalità differenti.
La società americana raccomanda l’anamnesi e l’esame fisico, un metodo poco costoso ma anche poco sensibile dal momento che gli sportivi a rischio sono asintomatici. Invece, l’inclusione dell’Elettrocardiogramma (ECG), in conformità con le raccomandazioni europee, migliora la sensibilità in termini di riscontro di eventuali cardiopatie anche se si associa ad un buon numero di falsi positivi, dovuti alle alterazioni ECG che si possono riscontrare anche in atleti sani.
Oggi si è scoperto che alcune delle patologie cardiache, causa di morte improvvisa, sono geneticamente mappabili.Tuttavia i test attuali sono costosi e di difficile utilizzo.
L’obiettivo è quello di sviluppare un nuovo test cardiaco alla portata di tutti, per consentire la diagnosi di molte patologie che rimangono misconosciute fino a quando non si presentano attraverso un evento, magari drammatico. Per ora, sarebbe quantomeno importante, avviare i giovani atleti alla visita cardiologica con ECG. Saranno poi, il Cardiologo, il Medico Sportivo o il Pediatra a consigliare l’approfondimento attraverso i test genetici.
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30 Ottobre 2017