“Non è mai troppo tardi” è lo slogan della Giornata Mondiale dedicata alla BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), una malattia poco conosciuta, ma che rappresenta la più comune causa di insufficienza respiratoria e che colpisce spesso persone giovani.
Non sono aggiornati i dati che riguardano la diffusione di questa patologia in Italia, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità rileva che la BPCO è la quarta causa di morte nel Mondo.
Nel 2002 il Global Burden of Disease Study, ha stimato che la malattia ha causato 2,75 milioni di morti. Il Prof. Blasi, ordinario di Malattie Respiratorie all’UniMi, intervenuto di recente alla presentazione di un nuovo farmaco per la cura della BPCO, ha spiegato che la malattia colpisce spesso persone giovani, costrette a casa a causa dei gravi problemi respiratori con cui devono fare i conti. I medici concordano: il paziente arriva spesso quando la malattia si è già cronicizzata.
Ma, non essendo mai troppo tardi, come recita lo slogan già citato, esiste il modo di migliorare questa condizione.
Diagnosticare la BPCO è semplice: basta eseguire una spirometria, un esame della capacità respiratoria semplice e indolore che misura la quantità di aria che la persona può espirare, misurando anche il tempo che impiega per farlo.
Il Prof. Decramer, presidente del GOLD (Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Desease), che organizza la Giornata Mondiale, spiega che le persone, soprattutto i fumatori, tendono a convivere con tosse, catarro, sensazione di affanno, pensando che siano sintomi legati all’invecchiamento o al fumo stesso. La diagnosi e le terapie ad hoc consentono invece di migliorare notevolmente il respiro e la qualità della vita, a qualsiasi stadio della malattia.
Per le persone che fumano, la strategia più efficace per prevenire la BPCO o rallentarne la progressione rimane, comunque, smettere di fumare.
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14 Dicembre 2016