Il dolore toracico è una delle “spie” dell’infarto del miocardio, responsabile di oltre trentamila morti l’anno in Italia e, perciò, una delle più frequenti cause di accesso al pronto soccorso.
Le stime, però, dicono che tra i pazienti che lamentano questo tipo di dolore, non più di due su dieci sono effettivamente vittime di una sindrome coronarica acuta.
Ecco perchè effettuare una diagnosi corretta in tempi brevi permette di tranquillizzare il paziente, senza intasare il PS.
Oltre che sui segni clinici, la diagnosi di infarto si basa sul dosaggio della troponina, una proteina rilasciata dal muscolo e considerata “marcatore” della malattia, e sull’esito dell’elettrocardiogramma.
I valori di troponina, normalmente, si alzano anche 4-6 ore dopo la comparsa del dolore toracico.
Effettuare una diagnosi in tempi rapidi, perciò, diventa difficile. In soccorso arriva uno studio apparso su Lancet. “Se all’arrivo in Ospedale del paziente con dolore toracico, la troponina è negativa o presenta un valore molto basso (inferiore a 5 nanogrammi/l), il paziente può essere dimesso, evitando il ricovero” afferma il Dr. Di Somma dell’UO Medicina d’Urgenza dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma.
Con un livello di troponina selezionato, nel 99,6% dei casi si può escludere la necessità di ricovero di molti pazienti.
La distribuzione di questi test, già in uso da diversi mesi in molti PS italiani, potrebbe tranquillizzare in poco tempo tutti quei pazienti che temono di avere un infarto.
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14 Novembre 2017