Prima del XIX secolo le persone dormivano due volte per notte.
La ricerca del Dott. Ekirch, Professore di Storia dell’Università della Virginia, ha evidenziato che le persone una volta dormivano in due momenti separati e il periodo destinato al sonno durava di più, circa dodici ore.
Si iniziava con un sonno di 3/4ore, poi si stava svegli 2/3 ore e, in seguito, ci si addormentava fino al mattino.
Ciò che sorprende non è il fatto che le persone dividessero il sonno in due momenti, ma che questa pratica fosse comune e normale.
Con il tempo essa è scomparsa e Ekirch attribuisce il cambiamento all’illuminazione stradale e alla diffusione dell’elettricità nelle case, e, in parte, anche alla popolarità del caffè. Indipendentemente dal motivo del cambiamento, poco dopo l’inizio del XX secolo, il concetto del doppio sonno era svanito dal sapere collettivo.
Potrebbe comunque esistere una preferenza biologica innata per la suddivisione del sonno in due parti.
Uno studio effettuato negli anni 90 ha evidenziato come individui esposti ad una quantità di luce limitata e più simile all’andamento naturale della giornata, inizialmente dormivano di più e in seguito tendevano a suddividere il sonno in due parti.
I risvegli notturni di cui molte persone soffrono potrebbero quindi rappresentare un ritorno ad un modello di sonno bimodale più “naturale”
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11 Maggio 2015