I bambini, si sa, sono attratti dai pericoli e per evitarli chi li assiste deve adottare mille accorgimenti.
L’estate è uno dei momenti più a rischio perché bambini ed adulti si sentono più liberi e perché andando in vacanza con cambiamenti di abitudini e di luoghi si creano più occasioni di andare incontro ad incidenti.
“La Società Italiana di Medicina di Urgenza ed Emergenza Pediatrica segnala che in estate tra i più frequenti casi di accesso al Pronto Soccorso in età pediatrica ci sono fratture e contusioni, ferite e traumi cranici.
Gli accessi al PS per cause traumatiche aumentano di circa il 30% nei mesi estivi a dimostrazione che i nostri bambini corrono rischi importanti che possono essere causa a volte di eventi banali, ma in alcuni casi di incidenti molto gravi.
Anche in vacanza quindi alcuni semplici accorgimenti possono evitare conseguenze spiacevoli per i nostri figli e il conseguente ricorso alle cure ospedaliere.”
Innanzitutto sia al mare che in montagna è necessario dotare i piccoli di tutti i supporti per la sicurezza.
IN ACQUA
In acqua, ad esempio, i bambini, sempre accompagnati e sorvegliati da un adulto, finché non abbiano imparato a nuotare, debbono fare uso del salvagente o dei braccioli.
Anche le piscine possono rappresentare un’ottima alternativa al mare, purché siano a misura di bambino, e siano dotate di tutti i dispositivi di sicurezza previsti dalle normative in vigore. I pericoli più significativi legati a qualsiasi tipo di balneazione sono: traumi, infezioni, punture, perfrigerazioni con conseguenti ipotermie e disturbi gastrointestinali o cardiovascolari.
Bisognerebbe, quindi, immergersi gradatamente quando si è particolarmente accaldati o sudati e sospendere il bagno in caso di crampi o di congestioni.
L’eventualità più tragica quando si è in acqua è rappresentata dagli annegamenti che puntualmente si registrano ogni anno anche nelle nostre coste.
Ogni anno circa 400 persone annegano in piscina, lungo le coste, nei laghi e nei fiumi italiani. I bambini sono particolarmente esposti e anche se non vi sono dati ufficiali si stima che circa 50 bambini all’anno muoiono annegati.
Anche per questo, le famiglie, oltre al personale non medico, dovrebbero essere più informate e formate sulle basilari manovre di rianimazione e ogni struttura ricettiva o stabilimento balneare dovrebbe essere dotato di defibrillatori.
IN CASO DI PUNTURE DI INSETTI O CONTATTI URTICANTI
Tra i casi di ricorso al Pronto soccorso in estate si segnalano anche le punture di insetti e i contatti urticanti con meduse o con il veleno del pesce ragno, anche noto come tracina.
L’incontro con questi abitanti del mare può essere particolarmente fastidioso.
Dopo la puntura di una tracina, per evitare che dolore e gonfiore locali causati dal veleno degli aculei creino ulteriori problemi, occorre sciacquare con acqua di mare e togliere, se possibile, ogni frammento di spine, evitando di lacerare la pelle.
Il veleno di questo pesce è termolabile, quindi, come avviene per i filamenti delle meduse, si inattiva immergendo la zona colpita nell’acqua calda per almeno mezz’ora.
Si può utilizzare anche un antidolorifico, ma occorre fare ricorso al Pronto Soccorso se i sintomi peggiorano.
IN MONTAGNA
Anche durante le escursioni in montagna un’attrezzatura idonea può salvare la vita, e particolarmente utile è il caschetto per proteggere la testa da traumi accidentali, causati ad esempio dalle cadute, che possono esporre adulti e bambini a conseguenze molto gravi.
IN VIAGGIO
Se si viaggia con bambini, il primo consiglio è quello di salire di quota con gradualità. Infatti il raggiungimento troppo rapido di altitudini elevate può scatenare il cosiddetto “mal di montagna”, con sintomi come: inappetenza, nausea, vomito e insonnia. Disturbi passeggeri, ma che possono guastare una parte del soggiorno estivo e, in alcuni casi, richiedere anche il ricorso alle cure del Pronto Soccorso.”
Categoria: News
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29 Luglio 2014