TRANSLUCENZA NUCALE: DI CHE COSA SI TRATTA E IN QUALE PERIODO VA EFFETTUATA LA SUA MISURAZIONE?
Risponde il Dott. Christian De Leonardis – Specialista in Ostetricia e Ginecologia
La Translucenza Nucale è un accumulo di liquidi presente nello spazio retronucale che tutti gli embrioni fisiologicamente hanno e presentano. E’ un parametro che viene valutato nel corso di un’ecografia ostetrica del Primo Trimestre di gravidanza.
Questa ecografia viene effettuata in un periodo ben preciso, ben determinato, che va dalla 11° settimana di gestazione compiuta fino ad un massimo di 13 settimane + 6 giorni, ed è un’ecografia che, oltre a darci una datazione corretta della gravidanza, ha lo scopo di valutare alcuni parametri ecografici, tra cui rientra in primis questa Translucenza Nucale, che hanno poi anche lo scopo di valutare o per lo meno di diagnosticare, in una valutazione non invasiva, alcune patologie che il feto può presentare.
La misurazione di questo parametro che apparentemente può sembrare anche semplice, in realtà presuppone un training abbastanza impegnativo che l’operatore, l’ecografista deve possedere e la sua misurazione deve seguire alcuni canoni ben delineati che sono quelli proposti dalla famosa Fetal Medicine Foundation di Londra, che ha stipulato quelli che sono i criteri con cui deve essere eseguita una corretta misurazione di questo parametro.
A volte può capitare di incappare in una Translucenza Nucale cosiddetta aumentata o patologica, tendenzialmente più sottile è, meglio è. Il valore non deve superare quello che è il valore massimo consentito, cioè il famoso 95° percentile che corrisponde ad una determinata settimana gestazionale. Diciamo che in linea di massima uno spessore non dovrebbe superare i 3 – 3,5 mm. In caso di aumento di questo valore la paziente gravida va comunque sottoposta ad ulteriori accertamenti di secondo livello perchè dietro può nascondersi una patologia a carico dell’embrione.
Che nella stragrande maggioranza dei casi sono anomalie cromosomiche, quindi anomalie genetiche di numero e di struttura di quello che è il corredo cromosomico che l’embrione si porta dietro sin dalla fecondazione. In primis due patologie cromosomiche quindi sicuramente la Trisomia 21, cioè la Sindrome di Down, o la Monosomia del cromosoma X, cioè la Sindrome di Turner, a volte può capitare che alla base non c’è una patologia cromosomica, ma possono esserci altre patologie che il feto comunque può presentare e anche qui ricordiamo sicuramente il ruolo di alcune cardiopatie congenite, alcune anomalie del sistema linfatico, o alcune patologie su base immunitaria o autoimmunitaria come, per esempio, l’incompatibilità RH, o l’incompatibilità di gruppo A-B-0.
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7 Dicembre 2017