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Ecografia del terzo trimestre di gravidanza con flussimetria doppler

L’ecografia del terzo trimestre con flussimetria doppler, viene anche definita Ecografia di Accrescimento o del benessere fetale.

Il suo obiettivo principale è verificare la funzionalità della placenta, il benessere del feto che ne consegue e che si riflette sul suo accrescimento.

Le alterazioni della crescita fetale sono oggi una delle principali cause di morbilità e mortalità perinatale, sia nei Paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo.

INDICAZIONI

L’ecografia ostetrica del III trimestre è considerata una delle 3 ecografie necessarie nel corso di una normale gravidanza (insieme a quella del I e del II trimestre).

La finalità è quella di valutare: la crescita del feto, la quantità di liquido amniotico e l’inserzione della placenta.

Oltre a queste indicazioni, ne esistono altre:

  • Rischio anamnestico o attuale di patologia della crescita fetale o gravidanze plurime
  • Sospette anomalie del liquido amniotico (polidramnios e oligoamnios) e di inserzione placentare
  • Sospette malformazioni o malformazioni già diagnosticate a carattere evolutivo
  • Gravidanza ≥ 41 settimane di età gestazionale (valutazione della quantità di liquido amniotico)
  • Perdite ematiche vaginali

COSA SI VALUTA CON L’ECOGRAFIA OSTETRICA DEL III TRIMESTRE ?

1. Lo scopo principale dell’ecografia è la valutazione della crescita fetale. I parametri che vengono misurati sono:

  • circonferenza cranica (CC)
  • diametro biparietale (BPD)
  • circonferenza addominale (AC)
  • lunghezza delle ossa lunghe (omero e femore)

Da queste misurazioni, attraverso tabelle elaborate da diversi autori, è possibile derivare una stima del peso fetale con una percentuale d’errore intorno al ± 10%.

2.Un altro valore da misurare per verificare il buon funzionamento della placenta (e il benessere fetale), è la quantità del liquido amniotico.

3. Si valuta poi l’inserzione placentare

4. Pur non avendo come scopo il riconoscimento di malformazioni, nel corso dell’ecografia vengono ricercate anomalie fetali che non sarebbero state rilevabili nelle ecografie precedenti. La Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIEOG), raccomanda di valutare:

  • ventricoli cerebrali
  • camere cardiache
  • stomaco
  • reni e vescica

Il 20-30% di anomalie non identificate nel II trimestre vengono evidenziate nel corso dell’ecografia del III trimestre (es: microcefalia, lissencefalia, coartazione aortica, displasie dello scheletro come l’acondroplasia). Sul referto vanno riportate anche quelle anomalie che normalmente regrediscono nei primi mesi di vita, ma che dovrebbero essere tenute sotto controllo dal Pediatra (cisti del plesso corioideo, alcune anomalie cardiache minori, etc).

5. L’ecografia del III trimestre serve anche a valutare il tipo di presentazione del bambino durante il parto: cefalica, podalica, trasversa.

UN DISCORSO A PARTE MERITA LA FLUSSIMETRIA DOPPLER…

la Flussimetria o Velocimetria doppler, sfrutta l’effetto Doppler e cioè la variazione di frequenza che si ottiene quando il fascio di Ultrasuoni, emesso dalla sonda ecografica, viene riflesso da un oggetto in movimento.

In particolare, quando il fascio di ultrasuoni incontra dei globuli rossi che si spostano (all’interno dei vasi fetali), la frequenza di ritorno sarà diversa da quella inviata.

Questa variazione viene analizzata dal computer dell’ecografo che fornisce i dati sulle velocità di flusso e viene interpretata dal Ginecologo in funzione dell’ossigenazione e del benessere fetale.

Nel terzo trimestre di gravidanza, la flussimetria doppler viene applicata ai vasi fetali.

La flussimetria dei vasi fetali viene normalmente eseguita quando si sospetta un ritardo di crescita del feto o quando la madre presenta una patologia che può determinare un rallentamento dello sviluppo del feto (ad esempio l’ipertensione arteriosa).

Viene misurata la velocità di flusso a livello delle arterie ombelicali e delle arterie cerebrali medie del feto. In questo modo si verifica la funzionalità vascolare del versante fetale della placenta e quella del cervello del feto.

Quando vengono riscontrate una vasocostrizione ombelicale e una vasodilatazione cerebrale, abbiamo la cosiddetta centralizzazione del circolo. Vuol dire che la placenta non riesce ad ossigenare abbastanza il feto che si difende con la vasodilatazione del cervello, per cercare di preservare la salute di questo organo.

Un quadro di questo genere può richiedere l’ospedalizzazione della donna e/o l’induzione anticipata del parto o il taglio cesareo per salvaguardare la salute del nascituro.

 

 


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